Con l’inizio di una nuova stagione degli utili, gli investitori esamineranno con attenzione i risultati e le stime di quelli futuri per comprendere le prospettive macroeconomiche e la direzione che prenderà l’economia mondiale. Di seguito il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan AM analizza le prospettive dei mercati del credito Investment Grade e i motivi per cui, dato il contesto, continua a prediligere le banche.
I fondamentali
In un’ottica globale, rileviamo una certa debolezza degli utili in settori ciclici, quali l’automotive e il commercio al dettaglio, che affrontano difficoltà regionali e strutturali. Tuttavia, i fondamentali delle banche appaiono più solidi. La stagione degli utili del terzo trimestre è in pieno svolgimento, con il settore finanziario in prima linea.
Ad oggi, le principali banche statunitensi che hanno già pubblicato i risultati hanno leggermente superato le aspettative, favorite dal margine di interesse, dai mercati dei capitali e dai ricavi basati su commissioni. Due delle principali banche, considerate collettivamente un indicatore dello stato di salute dei consumatori statunitensi, hanno comunicato che la spesa non ha subito contraccolpi nonostante la persistente debolezza della domanda di prestiti dovuta a tassi di interesse ancora elevati, il che supporta la nostra tesi di soft landing. Quando la Fed inizierà a ridurre seriamente i tassi d’interesse, la domanda di prestiti potrebbe crescere imprimendo un ulteriore slancio al contesto economico globale.
Le banche europee non hanno ancora pubblicato i risultati, ma si prevedono utili ancora robusti. Per le banche del Vecchio Continente, i profitti sono aumentati costantemente assieme ai tassi di interesse, ma i costi sono stati tenuti sotto controllo. Nonostante la crescita europea sia anemica, i bilanci delle famiglie e delle imprese sono rimasti relativamente solidi, il che ha ridotto la possibilità di un’ondata di insolvenze sui prestiti bancari. Anche i dati recenti emersi dall’indagine sui prestiti bancari della Banca Centrale Europea hanno segnalato una crescita della domanda di mutui, soprattutto nel segmento ipotecario. Nel complesso, questi fattori creano un contesto positivo per gli istituti di credito.
Valutazioni quantitative
Da inizio anno, gli spread sui prestiti senior delle banche si sono ridotti notevolmente e sono scambiati a un livello più basso rispetto allo spread di tutto l’indice Investment Grade, sia nel mercato statunitense che in quello europeo. Sebbene ciò indichi che il settore non è più conveniente, potremmo aspettarci un ulteriore restringimento degli spread di tutto il credito bancario, per via soprattutto della solidità dei fondamentali. I fondamentali sono anche il motivo per cui nell’ambito delle allocazioni bancarie continuiamo a prediligere le emissioni subordinate. Per le banche europee, preferiamo le obbligazioni Additional Tier 1 (AT1) di emittenti di prim’ordine in virtù dell’interessante profilo di spread di questa classe di attivo. Al 16 ottobre 2024, gli spread degli AT1 in EURO che prediligiamo segnavano tra i 300 e i 400 punti base (pb) in più rispetto ai titoli di Stato – ossia un rendimento del 5-6% – offrendo un’opportunità di carry interessante nei portafogli.
Fattori tecnici
Quest’anno i fattori tecnici hanno fornito un grande sostegno ai mercati Investment Grade. L’elevato livello di offerta nei mercati del credito è stato compensato da una forte domanda proveniente da investitori che hanno cercato di approfittare dei rendimenti più elevati. Al 15 ottobre 2024, i flussi di capitali indicavano che quest’anno nei mercati del credito le sottoscrizioni sono state di 149 miliardi di Dollari, un fattore che ha contribuito all’ulteriore riduzione degli spread creditizi nonostante le elevate valutazioni. A settembre i mercati sono stati inondati da obbligazioni subordinate che, tuttavia, sono state assorbite bene dagli investitori obbligazionari di Europa e Stati Uniti. Nel complesso, i coefficienti di copertura dei portafogli suggeriscono una forte domanda di emissioni che, nel corso del mese, si è tradotta in un’intensa operatività del mercato primario. Riteniamo che il recente aumento della volatilità dei tassi, segnalato dal rialzo dell’indice MOVE (una misura della volatilità dei Treasury statunitensi) negli ultimi due mesi, possa ridimensionare gli afflussi registrati nei mercati del credito. Tuttavia, a ottobre le emissioni obbligazionarie hanno subito un rallentamento dovuto alla mancanza di informazioni sugli utili. Inoltre, un’attività di emissione meno intensa del previsto per il quarto trimestre potrebbe giocare a favore dei mercati da un punto di vista tecnico, soprattutto se gli afflussi nel credito continuano a essere consistenti.
Cosa significa per gli investitori obbligazionari?
Entrando nel vivo del quarto trimestre, restiamo in sovrappeso nelle obbligazioni Investment Grade del settore bancario, preferendo le emissioni di debito subordinato come le AT1. Sebbene le valutazioni siano contrastanti, il contesto caratterizzato da fondamentali robusti e fattori tecnici solidi dovrebbe, in prospettiva, giocare a favore del credito Investment Grade che, a nostro avviso, ha un futuro roseo.