Mercati emergenti: attenzione alla fine anticipata del ciclo di tagli dei tassi

“Prevediamo che il Pil dei mercati emergenti crescerà di circa il 4,2% quest’anno, sostanzialmente in linea con la nostra precedente stima del 4,3%. I dati in arrivo dalla Cina sono stati più modesti del previsto, ma questo calo è stato ampiamente compensato dai migliori risultati su altri mercati importanti, come il Brasile e l’India. Fatta questa premessa, negli ultimi tre mesi le prospettive di crescita dei mercati emergenti si sono fatte un po’ più complesse“. L’avvertimento arriva dal team degli economisti di Schroders, che di seguito illustra a cosa occorre prestare attenzione in questa asset class.

Tanto per cominciare, l’inflazione aggregata si è attestata attorno al 4%, poiché sono venuti meno i vantaggi della disinflazione dei prezzi delle materie prime. Finora l’inflazione core ha evidenziato un andamento favorevole. Tuttavia, la crescita resiliente suggerisce che le pressioni inflazionistiche potrebbero riaffacciarsi nei prossimi mesi. Allo stesso tempo, un contesto esterno più difficile ha reso più volatili i flussi di capitale e i tassi di cambio. La nostra ipotesi di base, secondo cui l’economia statunitense eviterà la recessione e raggiungerà un atterraggio morbido, dovrebbe, in ultima analisi, alleviare le pressioni esterne. Tuttavia, l’aumento della volatilità e gli interrogativi sull’inflazione interna implicano che le banche centrali dei mercati emergenti difficilmente taglieranno i tassi d’interesse nella misura da noi ipotizzata in precedenza. Di conseguenza, l’anno prossimo la politica monetaria più allentata fornirà una spinta minore alla crescita interna dei mercati emergenti, poiché il sostegno ciclico del settore manifatturiero inizierà a svanire.

Tuttavia, la buona notizia per gli investitori è che molti dei principali mercati emergenti continueranno a offrire tassi d’interesse reali interessanti. Infatti, sottraendo le previsioni di consenso sull’inflazione nei prossimi dodici mesi dai tassi di riferimento impliciti sul mercato tra un anno, risulta chiaro che i tassi reali attesi sono di gran lunga superiori alle medie di lungo periodo su molti mercati chiave, nonostante i solidi fondamentali. Ciò dovrebbe, in ultima analisi, sostenere i rendimenti dei mercati a reddito fisso e valutari.

Tra i principali mercati emergenti, le prospettive per l’economia interna cinese sono complicate. In Brasile, la crescita è stata solida, grazie alla resilienza delle spese dei consumatori: i consumi privati sono rimasti quasi il 10% al di sopra del trend pre-Covid. L’amministrazione Lula mantiene una politica fiscale relativamente allentata e le indagini indicano un rialzo dell’inflazione core nei prossimi mesi. Così sembra improbabile che nel prossimo futuro la banca centrale tagli il tasso di riferimento Selic portandolo a una sola cifra.

L’economia indiana ha superato le aspettative nel primo semestre dell’anno, grazie a una crescita del Pil headline che si è mantenuta solida in vista delle elezioni generali nel secondo trimestre. Tuttavia, la crescita sottostante sembra essere rallentata in un contesto di politica monetaria restrittiva, mentre la maggioranza ridimensionata del Presidente Modi, che si affida a partner di coalizione, suggerisce che portare avanti le riforme e assicurare un sostegno fiscale sarà più difficile che in passato. Di conseguenza, è probabile che la crescita si raffreddi nei prossimi mesi, il che significa che la Reserve Bank of India potrebbe finalmente tagliare i tassi nel quarto trimestre.

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