L’incarico conferito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattaerlla a Mario Draghi per la costituzione di un governo istituzionale è stato accolto con entusiasmo sui mercati finanziari, con lo spread Btp/Bund in netto calo – vicino ai 100 punti base – e indici azionari italiani in forte recupero, con i titoli bancari sugli scudi.
L’autorevolezza e la preparazione di Draghi in ambito economico sono indubbie e dai commenti degli analisti finanziari traspare grande fiducia nella capacità dell’ex presidente della Bce, se dovesse ricevere un adeguato sostegno politico, di intervenire sulla gestione economica del Paese per contenere gli effetti della recessione cuasata dalla pandemia e di gestire i fondi che arriveranno dall’Europa nell’ambito del programma Next Generation EU.
Per Diego Toffoli, Senior Portfolio Manager di Intermonte Sim, si tratta di una “notizia positiva per il rendimento dei titoli obbligazionari governativi. Ricordiamo che il rendimento del Btp decennale italiano è ancora tra i più alti in Europa ed è probabile che questo gap andrà a ridursi ulteriormente. Inoltre il mercato azionario italiano, in quanto a performance, ha chiuso il 2020 in coda agli altri mercati europei per il forte peso dei titoli domestici e value e potrebbe recuperare adesso il terreno perduto. Un governo istituzionale potrebbe supportare, ad esempio, il consolidamento nel settore bancario. Ci si aspetta anche un’accelerazione nella stesura e approvazione del recovery plan e questo indirizzerebbe investimenti, ad esempio, nelle infrastrutture e nel 5G. L’arrivo di Draghi dà fiducia anche agli investitori internazionali che, quindi, potrebbero indirizzare parte dei loro investimenti sul nostro mercato. Naturalmente tutto dipenderà dal supporto che questo governo avrà in Parlamento”.
“L’accettazione di Draghi con riserva dell’incarico ha reso possibile un nuovo scenario che era poco scontato nei giorni scorsi ovvero un governo tecnico/politico che possa raccogliere una maggioranza forte all’interno del Parlamento italiano per risolvere il prima possibile i principali nodi ovvero il contenimento della crisi pandemica, un’accelerazione della campagna vaccinale e la stesura del piano nazionale di resilienza e ripresa per poter ricevere il prima possibile i fondi europei del Next Generation EU”, commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. “Riteniamo che, in caso di consultazioni positive con la raccolta di numeri significativi e duraturi in Parlamento (almeno 170 voti favorevoli/appoggi al Senato), Mario Draghi potrebbe non solo focalizzarsi sui punti già espressi dal presidente Mattarella ma anche sui principali problemi dell’economia italiana, dalla bassa produttività all’elevato livello di disoccupazione. La credibilità internazionale e la reputazione di un governo con a capo Mario Draghi diminuirebbe il rischio Paese Italia con uno spread in forte calo nelle prossime settimane sui livelli di Spagna e Portogallo (50-60 punti base). In tale scenario il settore bancario italiano riceverà molteplici benefici non solamente dalla discesa dello spread ma anche per un maggiore impegno dell’esecutivo ad agevolare la cessione di crediti deteriorati e maggiori incentivi governativi per un consolidamento del comparto per aumentare la redditività”. In caso di consultazioni negative da parte di Draghi, per Diodovich “la risposta sui mercati potrebbe essere molto negativa con uno spread in forte crescita ben al di sopra di 130 punti base nelle prossime settimane e, in caso di ritorno alle urne, al di sopra dei 150 punti base”.
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Secondo Fabio Castaldi, Investment manager di Pictet Asset Management, “il fallimento del tentativo di mediazione del Presidente della camera Fico nel dar vita ad un nuovo governo politico ha prodotto il risultato più gradito per chi investe nelle attività finanziarie del nostro Paese. Di fronte all’alternativa del ricorso al voto anticipato in un contesto sanitario, economico e politico difficilissimo, la scelta del presidente Mattarella è stata obbligata; un governo istituzionale guidato da una personalità con una reputazione internazionale di primissimo livello, politicamente super partes per fronteggiare le sfide della crisi economico/sanitaria e per ottimizzare l’utilizzo dalle risorse del Next Gen EU nell’avviare il processo di ricostruzione/modernizzazione del Paese. Nell’ipotesi, a nostro avviso più probabile, di un voto favorevole del Parlamento, nascerà il governo Draghi con il compito prioritario in campo economico di avviare le proposte per il Next Gen EU. Un mancato voto di fiducia aprirebbe lo scenario sgradito di ricorso alle urne in tempi brevi”. Per Castaldi, “sul Btp le prospettive più favorevoli possono far ipotizzare una convergenza (ancorché non completa) verso i rendimenti dei titoli governativi spagnoli che trattano, al momento, ad uno spread di 60 punti base contro il Bund tedesco. Ipotizziamo quindi un’ulteriore compressione dello spread Btp/Bund fra i 20 e i 30 punti base con obbiettivo l’area 70/80 punti base qualora la strada di Draghi prosegua. Se si va alle urne lo spread rivedrà probabilmente 150 punti base”.
Da parte sua Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm, nota che “probabilmente ciò che piace agli investitori è soprattutto la possibilità di una risoluzione e di un ritorno alla stabilità di governo, necessaria anche per non dissipare gli aiuti derivanti dal recovery fund. Nel medio termine un effetto positivo potrebbe essere rappresentato dalla capacità (o dalla percezione che ne hanno gli investitori) di Draghi di sfruttare la sua autorità e la sua capacità negoziale a livello europeo per facilitare il dialogo sul programma di investimenti europeo, rafforzando la relazione tra i paesi core dell’Eurozona”. E aggiunge che “qualora Draghi dovesse diventare il nuovo presidente del consiglio sarebbe ancora presto per tirare conclusioni di medio periodo sugli asset finanziari, poiché il sentiment positivo dovrà essere poi avvalorato da numeri concreti su crescita di Pil, inflazione e utili aziendali, fattori principalmente legati agli sviluppi lato Covid e al tessuto produttivo italiano. Nel lungo periodo, qualora la percezione del sistema italiano da parte degli investitori tornasse a livelli pre-2008, ci potremmo aspettare una sovraperformance dei Btp rispetto ad obbligazioni governative di altri Paesi, grazie al potenziale restringimento degli spread (0,15% pre-crisi) e a una componente cedolare più elevata. Scenario auspicabile ma difficile da prevedere in un contesto condizionato da una pandemia globale e livelli di indebitamento che porteranno nuove sfide (politiche ed economiche) nei prossimi anni. L’effetto sul Ftse Mib invece, data la composizione settoriale di quest’ultimo, ci sembra più legato alla campagna vaccinale che non agli sviluppi politici, anche se ovviamente le due cose sono interconnesse”.
“La scelta di Draghi come papabile premier è il best case che si possa avere nei modelli”, dice Antonio Amendola, Fund Manager Equity Italia ed Europa di AcomeA Sgr. “Non solo per lo standing del personaggio, indubbio, ma per il senso di sicurezza e preparazione che proietterebbe sui tavoli europei in nome dell’Italia. Il difficile del piano Next Generation EU arriva ora, ovvero la parte di impiego in modo produttivo dei fondi e un esecutivo a guida Draghi è il migliore possibile. Una volta superata la prova della Camera e del Senato, avremo più chiarezza sulla squadra di governo e sulla sua tipologia. Gli investitori, in particolare esteri, sono ancora scettici sulla nascita di questo governo, ma allo stato attuale è difficile che non si realizzi. Una volta in carica, ci aspettiamo importanti flussi sul nostro Paese sia sullo spread Btp/Bund, ma soprattutto sull’equity. I primi beneficiari per una questione di liquidità saranno i titoli blue chip, ma alla lunga i vincitori saranno le mid small cap: beneficiano maggiormente dei piani di investimento, sono rimaste indietro al livello di performance, hanno solidi fondamentali e sono ‘cheap’ Continuiamo quindi a preferire il comparto industriali, delle costruzioni e delle Mid Small cap, le nostre multinazionali tascabili che mai come ora potranno esprimere il loro potenziale”.
Anche secondo Adrian Hilton, Responsabile tassi e valute globali di Columbia Threadneedle Investments, “la nomina di Mario Draghi a primo ministro italiano è una buona notizia per i mercati finanziari, che bramano soprattutto la stabilità politica e che ricordano positivamente il suo periodo come Presidente del consiglio direttivo della Bce. Nel caso riuscisse a formare una maggioranza per il suo governo tecnico, ci sarà allora una continua stabilità dei prezzi dei Btp, specialmente alla luce di un supporto continuo agli asset purchase programmes della Banca Centrale Europea. È naturale che il tumulto delle ultime due settimane abbia causato un po’ di nervosismo nel mercato. Anche perché lo spread del Btp si era stretto come non accadeva da diversi anni e molti investitori temevano la volatilità politica e di mercato, proprio come nel 2018. Anche considerando il successo della transizione verso un governo Draghi, rimangono incertezze sul futuro a breve termine, sia per quanto riguarda l’uso del recovery fund sia per il roll-out del piano di vaccinazione per Covid-19, e soprattutto per il loro impatto sulla crescita del Pil. Nonostante ciò, queste incertezze rimangono probabilmente in secondo piano rispetto alla riduzione del rischio politico; abbiamo mantenuto le nostre posizioni di sovrappeso sui Btp, con la convinzione che nuove elezioni fossero e restino improbabili. Potrebbe essere difficile ottenere un’ulteriore stretta dello spread, ma rimane comunque un minor rischio di un allargamento significativo. Nel frattempo, i Btp continuano a offrire un carry interessante nell’Eurozona“.