Biden vs Trupm: gli scenari per azioni, bond e valute

Il nuovo scontro elettorale negli Stati Uniti tra il Presidente Biden e l’ex Presidente Trump concentrerà l’attenzione del mercato sui rispettivi programmi.

Un secondo mandato di Biden manterrebbe probabilmente lo status quo, ma potrebbe portare a rendimenti a lungo termine più elevati, soprattutto in considerazione di un deterioramento della posizione fiscale degli Stati Uniti che nessuno dei due partiti sembra intenzionato ad affrontare.

Trump invece annuncerebbe probabilmente cambiamenti politici drastici, tra cui un aumento sostanziale dei dazi, una maggiore deportazione degli immigrati privi di documenti e il tentativo di diluire l’Inflation Reduction Act (IRA). Questi cambiamenti costituirebbero un significativo shock dell’offerta e potenzialmente farebbero salire l’inflazione e i rendimenti. I programmi di politica estera dei candidati potrebbero portare a una serie di risultati. Un’escalation del protezionismo, in particolare l’aumento dei dazi, potrebbe provocare ritorsioni.

Le implicazioni di queste politiche sul fabbisogno di finanziamento pubblico, sui costi
di indebitamento e sui rendimenti saranno cruciali per i mercati finanziari. Anche se i
rendimenti obbligazionari a lungo termine potrebbero diventare più volatili, uno
sviluppo ancora più preoccupante sarebbe rappresentato da un persistente aumento
del ‘term premium’ su base secolare (ovvero il differenziale del rendimento tra titoli di stato a breve e a lunga scadenza). Una evenienza molto probabile, se il bilancio del
settore pubblico continuasse a deteriorarsi.

Implicazioni per i mercati finanziari

Azioni

In caso di vittoria dei Repubblicani, prevediamo un rally a breve termine dei titoli
azionari, guidato dalla prospettiva di un’altra riforma fiscale, in particolare se includesse un taglio dell’aliquota d’imposta sui redditi di impresa. Le detrazioni fiscali proposte da Trump per le piccole imprese potrebbero avvantaggiare in particolare le azioni a piccola capitalizzazione, mentre un aumento della spesa per la difesa e l’energia potrebbe favorire i settori correlati. Tuttavia, l’abrogazione dei crediti per l’energia verde dell’IRA potrebbe avere un impatto negativo sulle imprese del settore. La carta jolly per i mercati azionari sarebbe l’attuazione di una politica commerciale più aggressiva da parte di Trump.

Al contrario, una vittoria dei Democratici potrebbe mettere sotto pressione le azioni a
causa di potenziali aumenti delle imposte sui redditi d’impresa, delle accise sui riacquisti di azioni societarie (buyback), delle imposte sui redditi più elevati e dell’introduzione di una tassa sul patrimonio. Il proseguimento del programma di Biden Build Back Better potrebbe portare a una sovraperformance dei settori delle infrastrutture, delle costruzioni e dell’energia verde, mentre i settori della tecnologia e dell’energia tradizionale potrebbero subire un ritardo.

Attualmente, le aspettative del mercato sono a favore di un Governo diviso, che di solito avvantaggia le azioni. Storicamente, i mercati azionari hanno reagito positivamente ai governi divisi, in quanto è meno probabile che vengano attuate misure controverse come aumenti delle tasse e aumenti significativi delle tariffe.

Obbligazioni

I rendimenti statunitensi saranno determinati principalmente dalla traiettoria del debito Usa, che molti considerano attualmente insostenibile. Qualunque sia il partito in carica, a un certo punto dovrà presentare un piano di aggiustamento credibile per assicurare ai mercati che i requisiti di finanziamento del governo saranno gestibili. Qualsiasi rinvio nella convinzione che l’aumento della produttività e della crescita ridurrà l’onere del debito in modo duraturo non farà altro che ritardare l’inevitabile. Un’importante implicazione di mercato è l’aumento dei premi a termine, perché gli investitori richiedono sempre più spesso un premio per la detenzione di debito con scadenza più lunga.

A margine, sulla base degli impegni politici annunciati, il programma di Trump
porterebbe a un più rapido deterioramento del bilancio del settore pubblico e a un
aumento del deficit a causa di quelli che sembrano essere tagli fiscali non finanziati. Il
programma di Biden sembra un po’ più equilibrato, con l’intenzione di aumentare alcune tasse, ma anche questo non sarà sufficiente ad arginare l’aumento dell’onere del debito in assenza di tagli significativi alla spesa.

Al di là delle prospettive nel breve periodo di una riduzione dei tassi lungo la curva dei rendimenti per un calo continuativo dell’inflazione, i rendimenti saranno determinati dalle prospettive del debito a più lungo termine e in particolare nel prossimo anno, quando una nuova amministrazione inizierà il suo programma politico. Qualsiasi politica che non mostri un piano di consolidamento a lungo termine sarà vulnerabile ai declassamenti dei rating e alle pressioni del mercato che, a un certo punto, costringeranno a fare i conti.

Anche in questo caso, a conti fatti, l’agenda di Trump, se attuata come indicato al
momento, appare più esposta a questo rischio.

Il Dollaro

Lo status del dollaro USA nel lungo periodo continuerà a dipendere in modo relativo dai differenziali dei tassi d’interesse tra paesi e dalle prospettive di crescita rispetto alle altre principali valute. Nonostante la potenziale riduzione dei differenziali di interesse a seguito della riduzione dei tassi da parte della Federal Reserve, le prospettive di crescita più solide per gli Stati Uniti sosterranno probabilmente il dollaro. In teoria, un aumento significativo dei dazi sotto l’amministrazione Trump potrebbe ridurre il deficit commerciale e sostenere il dollaro.

Tuttavia, l’aumento delle tariffe e il potenziale di guerre commerciali potrebbero accentuare l’incertezza commerciale e smorzare il sentiment degli investitori verso gli Stati Uniti, rendendoli diffidenti verso l’esposizione ai mercati statunitensi, e anche aumentare probabilmente la volatilità. Se le principali politiche di Trump – tra cui i severi controlli sull’immigrazione, i tagli alle tasse e la riduzione dell’IRA – dovessero essere attuate in fase iniziale, ciò potrebbe portare a un aumento dell’inflazione e dei rendimenti a lungo termine, introducendo una maggiore incertezza sulla
traiettoria del dollaro.

A cura di a cura di Mahmood Pradhan, Head Of Macro, Amundi Investment Institute, Anna Rosenberg Head of Geopolitics, Amundi Investment Institute e Paresh Upadhyaya Director Of Fixed Income And Currency Strategies di Amundi 

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