A Piazza Affari il fondo di fondi sarà un volano per le small cap

“Anche se il mercato sembra ancora non apprezzare le small cap italiane, il sentiment degli investitori potrebbe cambiare presto in positivo”. L’avvertimento arriva da Antonio Amendola, portfolio manager di AcomeA SGR, che di seguito spiega nei particolari la previsione.

Il business sottostante agli indici Star ed EGM è resiliente. Stiamo entrando inoltre in un ambiente macroeconomico più favorevole con l’avvio del taglio dei tassi da parte della Bce. Un contesto di tassi stabilmente in discesa, o comunque stabili, è un primo segnale positivo per le small e micro cap. Allo scenario macroeconomico favorevole si aggiunge anche la recente iniziativa del fondo di fondi focalizzato sulle Pmi quotate che potrebbe contribuire a rinnovare l’interesse degli investitori su un segmento trascurato negli ultimi anni.

Nonostante le valutazioni dell’EGM siano continuate a scendere nella prima parte del 2024, le Pmi quotate nello stesso periodo non hanno visto un deterioramento del modello di business, del giro d’affari e della marginalità. In alcuni casi, i fondamentali sono persino migliorati. L’indice EGM rispecchia fedelmente l’economia italiana, con un’esposizione diversificata a livello settoriale, in particolare ai titoli industriali, tecnologici ed healthcare. Sono tre settori che beneficeranno più degli altri di uno scenario di tassi di interesse differente.

Un contesto di tassi di interesse più favorevole consente una maggiore flessibilità nell’indebitamento delle società più piccole e, quindi, aumenta la loro attrattività per gli investitori. L’EGM è un mercato fatto di società di micro-capitalizzazione votate alla crescita, dove ci si aspetterebbe un multiplo più alto del resto del mercato. Invece, proprio perché, per fattori tecnici, è stato spinto al ribasso oltre i propri fondamentali, oggi è addirittura il segmento più a buon mercato a Piazza Affari.

Il fondo dei fondi del Governo, volano per le Pmi

I forti deflussi dalla Borsa degli ultimi anni hanno spinto il governo a intervenire per trovare forme di sostegno al mercato. È stata annunciata la creazione di un fondo destinato a investire con una maggiore focalizzazione sulle Pmi quotate. Stando ai primi dettagli emersi, sarà compartecipato per metà da Cassa Depositi e Prestiti e per metà da investitori privati. Lo scopo di questo fondo è quello di rivitalizzare un segmento di mercato depresso e far tornare l’appeal degli investitori istituzionali su questa asset class. Il fondo potrebbe avere un effetto volano anche sull’EGM, che è ancora allo stato embrionale con una capitalizzazione di 7 miliardi di euro.

Il contesto è dunque favorevole agli investimenti nelle small cap italiane e crediamo che sia giunto il momento di aumentare l’esposizione a questo segmento, che potrà beneficiare di fattori tecnici e macroeconomici positivi, oltre che sui fondamentali in miglioramento delle imprese.

L’indice EGM, inoltre, rappresenta oggi anche l’alternativa più attraente al private equity. È un mercato a sconto, che tratta alla metà dei multipli che si vedono mercati privati in Italia, e rispetto al private equity è un mercato senza dubbio più liquido e più trasparente, che può contare sulla presenza dei broker.

Un freno ai delisting in Borsa

L’Italia non è un paese di grandi aziende multinazionali, ma un paese di piccole e medie imprese. Sempre più spesso, imprese estere e soprattutto fondi di private equity lanciano OPA totalitarie per il delisting dei titoli. Una tendenza che è aumentata negli ultimi anni, a testimonianza della bontà delle nostre Pmi e della forte sottovalutazione dei fondamentali delle small cap. Le Pmi quotate, infatti, sono imprese che presentano un management evoluto, con anni di esperienza di Borsa che le ha costrette a relazionarsi con gli investitori e con una platea allargata di stakeholder, oltre che con i fornitori e i clienti; tutti asset intangibili che l’Italia rischia di perdere a beneficio di competitor esteri. Il tempo stringe e sulle piccole e medie imprese gravano anni di sottoperformance. Il rischio è la disaffezione all’asset class sia da parte di chi si è quotato sia di chi intende quotarsi, considerando i rinnovato appeal di Piazza Affari come canale alternativo a quello bancario.

Le cause della sottoperformance delle Pmi

Sono due le principali cause della sottoperformance degli indici Star ed EGM negli ultimi due anni rispetto al FTSE MIB: l’andamento dei tassi e i deflussi dai fondi PIR. Da manuale del gestore, con i tassi in rialzo, non si vogliono avere le mid e small cap in portafoglio perché sono percepite dagli investitori come indebitate (sebbene questa considerazione per le società nostrane non sia del tutto veritiera) e al contrario si preferiscono settori che beneficiano di un rialzo dei tassi come le banche. L’altra tematica, tutta italiana invece, è stata legata ai deflussi dai fondi PIR che hanno spinto con forza al ribasso i titoli in un contesto già precario dal punto di vista macroeconomico. I due fattori macroeconomici e tecnici hanno pesato sulle Pmi, e sullo STAR in particolare, in Italia. Se lo si confronta con il FTSE MIB, da quando esistono i due indici, lo STAR sottoperforma le large cap solo negli ultimi tre anni. Ci aspettiamo quindi che un contesto macro in linea con i desiderata dei gestori per investire nelle PMI possa portare un maggior interesse sul comparto che oggi viaggia su valutazioni ben lontane dalla media storica. Sarebbe quindi opportuno, anche in ottica di diversificazione, prendere profitto sul settore bancario e muoversi sul segmento STAR ed EGM. In questo contesto, è fondamentale però la selezione dei titoli.

Il vantaggio della gestione attiva nello stock picking

Nel contesto attuale dei tassi, le variabili principali dal punto di vista quantitativo che dobbiamo guardare nelle società a piccola capitalizzazione sono l’indebitamento e i flussi di cassa. Un altro fattore da considerare è la diversificazione del business a livello geografico.  La nostra preferenza va alle aziende che hanno un basso stock di debito, forte generazione di cassa e una presenza internazionale. Sono caratteristiche sottovalutate dagli investitori, ma che sono presenti in molte delle piccole e medie imprese italiane quotate. Le small cap italiane spesso assumono la veste di multinazionali tascabili, che per l’80% lavorano con l’estero e che per loro natura sono diversificate a livello geografico.

Il segmento STAR abbonda di titoli con queste caratteristiche. Tra questi: Fine Foods, Biesse, Sesa, Interpump, Digital Value, Carel, Marr, Luve, Tinexta. Sul segmento EGM, titoli con queste caratteristiche sono invece IDNTT (ex ID-Entity), Recupero etico e sostenibile, Officina stellare, Svas Biosana e Ilpra.

In questo segmento, il valore della gestione attiva risiede soprattutto nel processo qualitativo di valutazione delle aziende che si basa sul rapporto diretto con le società e con il management, un aspetto fondamentale per mettersi al riparo da brutte sorprese in un mercato, che a oggi non è possibile ancora replicare con strategie passive, e che è meno trasparente degli altri indici di Borsa, anche per la scarsa copertura da parte degli analisti.

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