Investimenti, Cina: è ormai all’apice il pessimismo?

Non vi è giorno in cui le news non riportino una qualche notizia negativa sull‘economia cinese. La lunga lista di preoccupazioni tra loro correlate include: deflazione, pressioni sul settore immobiliare, calo delle esportazioni, resistenza dei consumatori a spendere, elevata disoccupazione giovanile, stress del shadow banking, stato delle finanze degli enti locali, tensioni geopolitiche e un supporto troppo leggero delle politiche messe in campo.

Il rimbalzo della riapertura della Cina dopo il lockdown si è certamente affievolito molto più rapidamente di quanto avessimo sperato, portandoci a rivedere al ribasso le nostre previsioni del 2023 sul PIL cinese.

Gli indici compositi dei responsabili degli acquisti sono coerenti con una riapertura in calo – Fonte: abrdn, Haver, settembre 2023

Alcuni indicatori ad alta frequenza sulla direzione di marcia dell’economia, come i dati sul traffico delle metropolitane, continuano a suggerire che alcune aree dei consumi e dei servizi siano in fase di ripresa. Ciò potrebbe essere coerente con i cosiddetti viaggi “di rivalsa” conseguenti a tre anni di restrizioni pandemiche.

Tuttavia, è sotto gli occhi di tutti il fatto che i consumatori cinesi siano, nel complesso, ancora cauti. Le famiglie stanno accumulando risparmi e spendere ciò che si è messo da parte dal 2020 sembra una decisione troppo azzardata.

C’è il rischio che il tasso di risparmio della Cina sia cresciuto in modo permanente a causa dell’esperienza delle politiche zero-Covid, tra le più dure al mondo.

Oggi le famiglie (in particolare quelle guidate da lavoratori autonomi) potrebbero voler risparmiare ancora di più, per proteggersi da un mondo potenzialmente esposto a ulteriori shock negativi.

In aggiunta a tutto ciò, il sentiment delle famiglie potrebbe essere stato danneggiato dalle tensioni e dalle incertezze attuali legate al settore immobiliare che riguardano anche la dubbia capacità dei costruttori di consegnare le abitazioni per cui gli acquirenti stanno già pagando mutui.

Il calo dei prezzi delle case e i problemi dello sviluppatore immobiliare Country Garden potrebbero scoraggiare altri acquirenti nel breve termine, anche se le restrizioni agli acquisti sono state allentate e i tassi ipotecari spinti al ribasso.

I timori di una giapponesizzazione sono esagerati

Non sorprende che i paragoni con i “decenni perduti” del Giappone siano frequenti.

Similmente al suo vicino insulare, infatti, la Cina potrebbe essere colpita da una grande bolla immobiliare, inoltre sta invecchiando rapidamente e sta sentendo la pressione delle tensioni geopolitiche con l’Occidente.

Ci sono, tuttavia, ragioni per ritenere che questi rischi di cosiddetta giapponesizzazione siano sopravvalutati, sia in termini di forza che di tempistica.

La contrazione della popolazione cinese non segnala un imminente crollo della domanda sottostante: l’urbanizzazione è un fenomeno ancora in atto, le esigenze di modernizzazione permangono e la mancanza di investimenti alternativi potrebbe sostenere un alto tasso di immobili sfitti.

Il Giappone era già un’economia avanzata quando la sua bolla speculativa è scoppiata alla fine degli anni ’80. Al contrario, il PIL pro capite della Cina ha ancora un notevole potenziale di crescita, sebbene sia ostacolato dalle azioni degli Stati Uniti volte a limitare l’accesso del paese alle tecnologie di fascia alta.

Anche se abbiamo rivisto al ribasso le prospettive di crescita a breve termine della Cina, prevedendo una crescita del 4% per il 2024, e pur avendo contabilizzato un calo del 10% del PIL potenziale dovuto ai persistenti effetti della pandemia, manteniamo il nostro relativo ottimismo sulle prospettive a lungo termine della Cina.

L’allentamento della politica monetaria guadagna terreno

È difficile avere piena fiducia nel fatto che le misure incrementali di allentamento della politica monetaria finora attuate siano sufficienti a trainare materialmente la crescita e a ravvivare la fiducia del mercato nell’immediato futuro.

Il nostro China Financial Conditions Index è stato tuttavia portato a una posizione di modesto accomodamento, il che implica che gli effetti cumulativi del cauto allentamento della Cina dovrebbero iniziare a sostenere la crescita in modo più consistente.

La politica monetaria è stata accomodante e un ulteriore allentamento è altamente probabile Fonte: Bloomberg, Haver, abrdn, settembre 2023

Si prevede un ulteriore allentamento della politica monetaria, che dovrebbe ridurre il rischio di una recessione. È improbabile che venga adottato un approccio “big bang”, mentre è possibile che venga ancora aggiunta una serie di piccoli interventi, per quanto valutare gli effetti combinati di così tante leve politiche sia più complicato.

Nel caso poi la fiducia del mercato e delle famiglie dovesse scatenarsi, il risparmio in eccesso potrebbe portare a un sorprendente rialzo.

Se entro la fine del 2024 dovesse essere spesa anche solo la metà di tutti i risparmi in eccesso, i consumi aumenterebbero dell’11% quest’anno e del 12,5% l’anno prossimo (anziché scendere dal 10% all’8%, come vorrebbero le nostre previsioni di base).

Ciò significa che, se è facile speculare circa i rischi al ribasso, anche i rischi al rialzo sono in aumento.

A cura di Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist di abrdn

 

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