Eurovita, ultimi giorni per il salvataggio

Il dossier Eurovita è finito anche sul tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il tempo per il salvataggio è agli sgoccioli e l’esecutivo è consapevole della delicata situazione per mettere in amministrazione straordinaria la compagnia.Come scrive Il Sole 24 Ore, il termine ultimo per procedere con il decreto è il 31 marzo e l’intervento del ministero rappresenta l’ultima spiaggia per evitare la liquidazione della società.

Tra gli addetti ai lavori c’è fiducia che il provvedimento dell’organo di governo arrivi in tempo utile per proseguire con il piano di salvataggio della società, per non creare un precedente negativo.
Un altro tema fondamentale riguarda il blocco dei riscatti: con l’ingresso in amministrazione straordinaria, il blocco dei riscatti non viene automaticamente prolungato. Servirebbe una nuova presa di posizione dell’Autorità, ragione per cui l’Authority starebbe valutando di rinnovare lo stop. La vigilanza, infatti, vorrebbe cristallizzare la situazione fino a quando non sarà stato individuato il percorso di risanamento.

In generale, però, le compagnie assicurative si sono defilate, e sul dossier restano le banche che hanno distribuito i prodotti della compagnia – come FinecoBank, Credem, Fideuram e Sparkasse – che metterebbero sul piatto complessivamente circa 200 milioni di euro.

Come già spiegato, il buco di Eurovita nasce da un asset allocation poco in linea con il mutato contesto economico e finanziario, che si è tradotto in un crollo della Solvency, l’indicatore di solidità chiave per le società assicurative, ben al di sotto dei livelli di guardia (100%). Il gruppo conta asset per circa 15 miliardi di euro: di questi circa 6 miliardi sono riferibili ai prodotti unit linked mentre altri 9 miliardi sono legati alle gestioni separate. Di questi 9 miliardi, quasi il 70% è stato investito in titoli governativi non italiani, in particolare Bund e titoli francesi.

Una scelta che in questo contesto si è rivelata un vero e proprio boomerang: su quelle obbligazioni, infatti, Eurovita conta rotonde minusvalenze e nessun beneficio in termini di rendimento.

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