Occorrono consulenza e capitali per far crescere la Piccola e media impresa che rappresenta l’ossatura del nostro Paese. E’ uno dei messaggi emersi dall’evento che ha riunito la community Osa al Superstudio Maxi, un network che nasce come gruppo di imprenditori con l’unico obiettivo della crescita condivisa, in assenza di rivalità.
Davanti alla platea di circa 2.000 imprenditori per la sesta edizione di questo evento che rappresenta una scuola di formazione è intervenuto l’amministratore delegato di Banca Generali, Gian Maria Mossa, alla guida della terza private bank italiana che gestisce oltre 100 miliardi di euro di masse e conta tra le sue fila oltre 10.000 clienti imprenditori.
Perché un imprenditore si rivolge a una banca private? “Per una logica di relazione di lungo periodo. Se il cliente imprenditore cresce, noi cresciamo insieme a lui. Siamo un interlocutore di riferimento che cerca di avvicinare l’imprenditore alle migliori competenze sul mercato, siamo quindi collegati a tutte le cib, ai private equity, ai potenziali club deal: la vera bellezza dell’Italia è che un’azienda è diversa dall’altra, Qualcuno ha bisogno di trovarsi di fronte a un club deal, qualcuno a un private equity e qualcuno ha maturato la decisione di andare in Borsa. A seconda della tipologia dell’impresa e dell’imprenditore si deve creare un dialogo diverso. Il network di relazioni, unito al rapporto di fiducia, ci dà la possibilità di gestire il patrimonio di queste persone e di queste aziende”, afferma il top manager.
Il banchiere ha avanzato anche un ragionamento di sistema. “Da tempo stiamo cercando di portare avanti un dialogo concreto con le istituzioni e le aziende per far sì che gli interessi dei risparmiatori possano sempre più avvicinarsi a quelli del sistema economico del Paese. Impegno e progettualità sono gli argomenti che dal palco di Osa puntano a una risonanza costruttiva per disegnare un nuovo domani”, ha puntualizzato Mossa.
Presente all’evento anche Guglielmo Manetti, amministratore delegato di Intermonte. “Siamo orgogliosi di aver preso parte a questo evento e di aver portato il nostro punto di vista nel dibattito su come favorire la crescita delle piccole e medie imprese, realtà che, con la loro resilienza alle crisi e capacità di reinventarsi, rappresentano l’ossatura del tessuto produttivo italiano ma che, oggi più che mai, necessitano di capitali e risorse per finanziare lo sviluppo del business ed esprimere a pieno il proprio potenziale”, illustra il top manager. “Una notizia positiva per l’intero comparto è recentemente arrivata dal lancio del Fondo Strategico Nazionale, promosso da Mef e Cdp, che può avere il pregio di attirare verso gli investimenti in titoli di piccola e media capitalizzazione una serie di investitori istituzionali come fondi pensione, casse previdenziali e assicurazioni, che ad oggi hanno un ruolo molto marginale in questa asset class. Ci auguriamo che l’iniziativa pubblica possa agire da volano e portare con sé un seguito di iniziative private a favore di una asset class che storicamente ha dato performance interessanti, con ripercussioni positive sull’economia reale del Paese”.