UniCredit, chiesti chiarimenti a Bruxelles per uscire dalla Russia

UniCredit chiede chiarimenti a Bruxelles su come uscire dalla Russia. Il gruppo ha presentato un’istanza al Tribunale dell’Unione Europea per ottenere chiarimenti circa gli obblighi stabiliti dalla Bce: “UniCredit condivide con la Banca Centrale Europea l’importanza di ridurre la propria presenza nel territorio russo, ma ha preoccupazioni circa le modalità di attuazione di tale riduzione identificate nella decisione della Bce, che vanno oltre l’attuale quadro normativo di riferimento”, scrive la banca in una nota.

Dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, UniCredit “ha adottato una serie di strategie per limitare drasticamente la propria attività nella Federazione Russa, con conseguente riduzione della propria esposizione transfrontaliera del 91% e della propria esposizione locale nel Paese del 65% fino a oggi; ulteriori sostanziali riduzioni saranno eseguite in linea con gli impegni del piano di azioni definito da UniCredit” si ricorda.

Ma quindi, perché il ricorso? Sia per le attività bancarie – che non si riescono a spegnere da un giorno all’altro – sia per evitare il rischio di nuove sanzioni, che potrebbero presto mettere nel mirino proprio quelle banche che continuano ad avere attività direttamente o indirettamente riconducibili a interessi e capitali russi.

La banca di Piazza Gae Aulenti fa riferimento alle “circostanze senza precedenti e la complessità del contesto socioeconomico e geo-politico, la mancanza ad oggi di un quadro normativo univoco applicabile allo scenario attuale, e le possibili gravi conseguenze derivanti dall’attuazione della decisione che ha impatto non solo sulle attività in Russia ma anche su UniCredit S.p.A”. Circostanze che “impongono che il consiglio di amministrazione di UniCredit ottenga certezza e chiarezza sugli obblighi e sulle azioni da intraprendere”.

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