Mps, la possibile ulteriore cessione a luglio e l’ipotesi Unipol

Come riportato da diverse testate negli ultimi giorni, il Ministero dell’Economia e delle Finanze potrebbe avviare la vendita di un’ulteriore quota del 10% di Mps a partire dal prossimo 2 luglio. Una decisione che arriva al termine dei tre mesi annunciati durante l’ultima dismissione, avvenuta ad aprile, quando fu venduto il 12,5% delle azioni della banca.

Le voci delle ultime ore non presentano novità sostanziali, ma si concentrano su un’efficace operazione di sintesi di tutti i possibili scenari, escludendo quelli meno probabili. L’estate, quindi, potrebbe portare al Tesoro un ulteriore tesoretto di 550 milioni di euro, nel caso di una vendita del 10% a 4,45 euro per azione.

Un pacchetto azionario che potrebbe finire nei portafogli dei fondi, in attesa di un possibile accordo con Bper e Unipol. L’alleanza tra Lovaglio e Carlo Cimbri, infatti, è considerata il matrimonio più plausibile e meno controverso. Le ipotetiche obiezioni politiche riguardanti un ‘polo rosso’ del credito si scontrano con la posizione apolitica di Cimbri, in quanto Unipol ha da tempo superato l’etichetta di ‘compagnia rossa’.

Tra i preparativi per questa possibile fusione si inserisce il riacquisto delle quote di bancassurance da Axa. Monte dei Paschi ha già in cassa il miliardo di euro necessario per riprendere il controllo totale, consolidando così la propria posizione in vista di future operazioni strategiche. La bancassicurazione rappresenta un settore chiave per il futuro di Mps e l’attuale accordo con il secondo gruppo assicurativo europeo scadrà tra tre anni. In questo scenario Unipol appare di conseguenza il candidato più probabile, essendo anche il controllante del gruppo bancario Bper.

 

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