Europa virtuosa nell’era del cambiamento climatico: il rapporto di Banca Generali e Università Bicocca

“Per la prima volta, nel 2023, si è assistito ad una riduzione del flusso globale dei fondi sostenibili, che ha registrato un deflusso netto di 2,5 miliardi di dollari. Le cause sono state diverse, a partire dal complesso contesto economico e geopolitico internazionale fino ad arrivare ai timori di recessione, per non parlare dell’aumento della pressione inflazionistica e dei tassi d’interesse. Unica eccezione il contesto europeo, che ha mantenuto i flussi netti positivi attraendo 3,3 miliardi di dollari”.

Sono questi alcuni dei risultati emersi dal Secondo Rapporto annuale di O-Fire, l’Osservatorio sulla finanza sostenibile lanciato due anni fa dall’Università di Milano-Bicocca insieme a Banca Generali Spa e Aifi-Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt, presentato nella mattinata di mercoledì 28 febbraio nell’ateneo milanese.

Numerosi gli aspetti emersi nel corso della presentazione. L’Europa si sta muovendo rapidamente verso un rinnovamento del quadro normativo per la sostenibilità. La recente pubblicazione dell’atto delegato per l’ambiente e l’introduzione della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese hanno segnato passi decisivi verso l’ampliamento dei requisiti di informativa non finanziaria. Con l’obbligo per quasi 50mila aziende di aderire agli European Sustainability Reporting Standards, I’UE punta a una maggiore trasparenza e responsabilità sociale d’impresa, fattori chiave per la competitività sul mercato. L’analisi ha quindi evidenziato come la Tassonomia europea sia ancora in una fase di piena evoluzione e che saranno necessarie nuove integrazioni e modifiche che possano favorire gli investimenti necessari a rendere l’Unione Europea a zero emissioni nel 2050.

Il rapporto ha posto anche in evidenza l’importanza degli investimenti nelle fonti di energia rinnovabile per la transizione energetica e il conseguimento degli obiettivi di finanza sostenibile. Sono emerse diverse sfide legate all’impatto del cambiamento climatico sulla produzione energetica, che potrebbero ridefinire gli equilibri globali di domanda e offerta e influenzare gli investimenti nel settore.

“Gli investimenti nelle fonti di energie rinnovabili, pur influenzando positivamente il rating ES, possono avere un effetto opposto sul rating del credito. Un’analisi sulla relazione tra i due tipi di rating relativa a 116 società europee ha mostrato infatti che solo per 35 società, che rappresentano il 30% del campione, il rating di credito e il rating Esg hanno la stessa qualità” hanno affermato i ricercatori.

La necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici richiede senza dubbio un impegno finanziario considerevole e ben ponderato, attualmente sostenuto solo in minima parte dagli investimenti globali. L’allocazione di risorse verso interventi specifici come la prevenzione delle catastrofi naturali e la sicurezza alimentare resta fondamentale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico: “I risultati emersi dal rapporto sottolineano le sfide e le opportunità che ci attendono sulla strada verso una transizione ecologica più giusta ed equa. È significativo osservare come, nonostante le turbolenze economiche e geopolitiche, l’Europa continui a dimostrare una resilienza unica nel mantenere flussi netti positivi di investimenti sostenibili. Questo è un chiaro indicatore dell’impegno del continente verso obiettivi di sostenibilità a lungo termine, anche in tempi incerti. Tuttavia, la riduzione globale dei flussi di fondi sostenibili ci ricorda che il cammino verso la sostenibilità è disseminato di sfide che richiedono attenzione, innovazione e cooperazione internazionale. Questo rapporto non solo mette in evidenza i progressi compiuti ma anche le aree in cui dobbiamo concentrare maggiormente i nostri sforzi. È attraverso questa consapevolezza e comprensione che possiamo mobilitare azioni concrete per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo, per un impegno collettivo verso una finanza che sia veramente sostenibile, inclusiva e capace di affrontare le sfide del nostro secolo” ha commentato all’interno del comunicato diffuso dall’ateneo Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca e presidente di Musa.

“Raggiungere gli ambiziosi obiettivi in termini di politica climatica è un’impresa che richiede e continuerà a richiedere grande responsabilità, impegno e capacità di coordinamento tra istituzioni, imprese e privati, per incanalare nella giusta direzione di un mondo più sostenibile sforzi e investimenti della collettività e in questo contesto le istituzioni finanziarie sono uno dei principali catalizzatori per la promozione di investimenti in questa direzione. Gli anni passati hanno visto un grande sviluppo della sensibilità legata alle questioni ambientali e dell’offerta di investimenti sostenibili da parte dell’industria finanziaria, ma il 2023 ha mostrato per la prima volta un risultato in controtendenza nei flussi verso questi investimenti. Ora è quindi fondamentale focalizzarsi sulle best practices per rilanciare la finanza d’impatto e non abbandonare il percorso virtuoso fatto finora” ha aggiunto Carmelo Reale, Responsabile Area General Counsel & Group Sustainability di Banca Generali. “Ringraziamo l’Università di Milano-Bicocca e tutte le persone coinvolte nel progetto per il meticoloso ed eccezionale lavoro di ricerca e analisi, i cui risultati saranno integrati nella nostra riflessione sulle sfide future dell’industria degli investimenti sostenibili e nel nostro modello. Noi come banca siamo in prima linea per cogliere la sfida della sostenibilità come dimostra anche la recente adesione agli UN Global Compact, iniziativa volontaria delle Nazioni Unite volta ad incoraggiare le imprese a creare un quadro economico, sociale ed ambientale per un’economia mondiale sana e sostenibile”.

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