Contratto bancari, accordo vicino: a dicembre 1750 euro in più

Per il rinnovo dei bancari siamo arrivati al rush finale. Come scrive Il Sole 24 Ore, le banche avrebbero accettato la richiesta di integrazione economica che prevede un incremento mensile di 435 euro per il livello medio di riferimento, e nel nuovo contratto dei bancari, l’ultima ipotesi su cui Abi e i sindacati hanno lavorato porterebbe a una prima tranche di 250 euro in dicembre, oltre ad ulteriori 250 euro per la tredicesima e 1.250 euro di arretrati (con decorrenza da luglio), corrisposti sempre a fine anno. In totale, quindi, si parla di 1.750 euro in più già a dicembre.

Se tutto sarà confermato, quindi, quella natalizia sarà la busta paga più alta di sempre per i 270mila bancari. Negli ultimi tempi Abi ha svolto un grande lavoro per riuscire a convergere sulle richieste dei segretari generali di Fabi – Lando Maria Sileoni, First Cisl – Riccardo Colombani, Fisac Cgil – Susy Esposito, Uilca – Fulvio Furlan, e Unisin – Emilio Contrasto.

Nelle ultime ore, per scongiurare il rischio di far saltare tutto all’ultimo, si è mosso anche il presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, Ilaria Maria Dalla Riva, che ha convocato una riunione del Casl d’urgenza per risolvere il tema relativo alla prima tranche e agli arretrati.

Quello che si va a designare potrebbe essere il contratto della banca digitale. I grandi gruppi infatti si sono già mossi, seguiti a ruota da tutti gli altri: una nuova modalità di lavoro che avrà sicuramente un impatto anche sulla sua organizzazione, sia per l’appiattimento delle gerarchie e modelli più orizzontali, basati sulle competenze, sia per la riduzione delle filiali fisiche. Per i sindacati bancari avere un quadro di regole di base uguali per tutti per gestire i cambiamenti è un modo per garantire una certa omogeneità nelle condizioni dei lavoratori, come accaduto nell’ultimo contratto relativo allo smart working.

Tra i temi più importanti ancora oggetto di discussione ci sono la definizione dell’orario di lavoro, la durata triennale del contratto (che potrebbe essere allungata a marzo 2026), la mobilità e i trasferimenti: tutti cambiamenti che sembrano essere finalizzati ad una maggiore flessibilità, necessaria per le riorganizzazioni del settore.

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