Eurovita, cinque big per la spartizione

Eurovita verrà spartita tra i cinque big del panorama assicurativo italiano: Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz. E’ questo il piano che il settore assicurativo avrebbe messo a punto dopo gli ultimi tavoli di confronto. Sembra infatti che l’aumento di capitale da 300 milioni – oltre ai 100 milioni già iniettati da Cinven – a carico di banche distributrici e assicurazioni, più il finanziamento da 2 miliardi, avrebbe numerose criticità, primo tra tutti il tema della governance.

La nuova ipotesi è quindi quella di dividere Eurovita in cinque rami d’azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai cinque big assicurativi già citati. Così facendo, la compagnia e il brand non ci sarebbero più, e i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero in mano un contratto con Generali piuttosto che con una delle altre protagoniste, con tutte le garanzie del caso.

Il comparto si farebbe così carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all’integrazione del ramo d’azienda, mettendo sul piatto un controvalore complessivo di circa 500 milioni, una cifra addirittura superiore a quella del precedente progetto. L’aumento di capitale di 300 milioni, infatti, da un lato porterebbe la Solvency di Eurovita intorno al 150%, ma resterebbe in vita e operativa una compagnia la cui immagine è ormai irrimediabilmente macchiata.

In tutto questo però, quale sarebbe il ruolo delle banche distributrici, cioè Fineco, Sparkasse, Credem e Fideuram? Il settore assicurativo vorrebbe chiedere loro di farsi “garanti” dei clienti ai quali hanno collocato il prodotto Eurovita: nel momento in cui il cliente dovesse chiedere il riscatto della polizza le banche dovrebbero subentrare nella titolarità del contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell’eventuale rendimento e rimborso del capitale.

Questo dunque, sembra essere il nuovo schema che i big assicurativi avrebbero messo nero su bianco con l’approvazione del Mef.

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