Anno nuovo, vita nuova per il Monte dei Paschi di Siena? Chi lo sa. C’è da dire che l’allineamento creatosi da gennaio tra gli investitori e le banche italiane ha rimesso il dossier senese sulle scrivanie che contano.
Attualmente a Piazza Affari Mps sta a 2,45 euro, molti più degli 1,62 di tre mesi fa, e più anche dei 2 euro delle azioni per 2,5 miliardi di euro emesse nell’aumento chiuso il 31 ottobre. Il Tesoro potrebbe vendere con plusvalenza, almeno sugli 1,6 miliardi appena versati.
Ma per vendere serve il compratore, e chi c’è andato più vicino è l’UniCredit di Andrea Orcel, che nell’estate 2021 ha negoziato con il governo Draghi. Oggi Mps capitalizza 3 miliardi in Borsa e ha crediti fiscali per 3,5 miliardi. Gli analisti attivi sul titolo Mps stimano che il 2022 chiuderà in utile per 90milioni, anche a causa dei 925 milioni di buonuscite per 4.125 dipendenti esodati. A livello operativo, però, il risultato è atteso in crescita, per l’aumento degli interessi e per i primi effetti dei minori costi del lavoro.
Attualmente le decisioni che contano per Siena sono nelle mani di Meloni e Giorgetti, anche se nelle retrovie avanza la candidatura di Antonino Turicchi, alto dirigente del Tesoro a cui il governo potrebbe delegare la gestione delle partecipate Mef. Turicchi conosce bene Mps, in quanto ne fu consigliere da metà 2015 a fine 2020, e negli ultimi tre anni vicepresidente. Quanto ai compratori, spiccano i soliti due, ovvero UniCredit e Banco Bpm, rispettivamente il secondo e il terzo gruppo bancario in Italia, entrambi chiamati a rafforzare la rete commerciale per competere con Intesa Sanpaolo.
Ma anche il cda senese deve passare per il rinnovo, insieme a quello di Lovaglio, della presidenza e della lista di maggioranza. Voci di corridoi affermano come, da maggio, i 15 consiglieri di Mps saranno di meno.