Dall’asset management alla consulenza, la nuova avventura in Fineco di Paola Pallotta

Paola Pallotta è uno dei volti più noti dell’asset management italiano. Laureata in economia e commercio presso l’Università di Udine, ha cominciato il proprio percorso professionale in Banca Euromobiliare come responsabile del settore organizzazione, per poi andare a occupare ruoli di rilievo in Julius Baer, Swiss & Global AM e Hsbc. Il passo successivo fu quello di diventare Managing Director presso Capital Group, posizione che ha ricoperto fino allo scorso giugno 2022. Ma da questo dicembre lo scenario cambia: Pallotta decide di entrare come private banker in Fineco. Dato che siamo di fronte a una vera e propria svolta professionale, Bluerating ha deciso di contattare la stessa manager per farsi raccontare in esclusiva le prime sensazioni relative a questo nuovo corso lavorativo. Abbiamo raccolto parole ricche di entusiasmo e determinazione; d’altra parte, come ci ricorda il poeta John Keats, la vita (anche quella professionale, aggiungiamo noi) è un’avventura da vivere, non un problema da risolvere.

Dal risparmio gestito alla consulenza finanziaria…come mai questo salto?

Ho vissuto tanti anni da dipendente nel mondo nell’asset management, esperienza che mi ha permesso di acquisire tante conoscenze in materia di prodotti del risparmio gestito. Ora ho deciso di mettermi in proprio con un lavoro a partita iva, perché credo di avere maturato l’esperienza necessaria per essere pienamente a contatto con le famiglie italiane e con chi ha bisogno di gestire al meglio i propri risparmi. Essere consulente finanziario è un ruolo di grandissima responsabilità e senza questo bagaglio professionale acquisito negli anni, non mi sarei sentita abbastanza “forte” per ricoprire questa mansione. Ora invece ho tutto quello che mi serve, sia sul fronte tecnico che su quello emotivo, per cercare di comprendere al meglio delle mie possibilità le esigenze della clientela.

Dato che di nuovo lavoro si tratta, le faccio una domanda tipica da colloquio. Come si immagina tra dieci anni?

Tra dieci anni spero di ritrovarmi con clienti contenti del lavoro che io avrò fatto per loro, a prescindere dalla quantità degli stessi.

Perché proprio Fineco?

Perché, al di là degli slogan, ho trovato in Fineco una società davvero al servizio della propria clientela. Questo è fondamentale per un professionista, unitamente al fatto di avere una serie di servizi di advisory di massima qualità. Fineco ha sempre guardato al futuro cercando di anticiparlo e questo è un elemento che mi ha ulteriormente portato a questa scelta.

Per concludere ampliamo il raggio della nostra analisi. I consulenti continuano a essere uno dei baluardi dell’industria del gestito Italia e i dati mensili della raccolta sono lì a dimostrarcelo. Nonostante questo impegno, la quota di risparmio italiano veicolata attraverso le reti è ancora tutto sommato limitata, tra il 15 e il 20% del totale. Quale sviluppo si aspetta per il settore?

Io credo che la crescita della quota di mercato dell’advisory sia inevitabile. Basta solo proseguire lungo il cammino della qualità. Personalmente mi è capitato di vedere parecchia trascuratezza nella gestione del risparmio affidata alle banche tradizionali, ragion per cui sono convinta che il lavoro fatto dai consulenti continuerà a premiare. Il mio auspicio è che per ogni famiglia italiana diventi naturale pensare a un consulente per i propri risparmi, così come pensiamo al medico per la nostra salute fisica.

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