Consulenti, tre pericoli incombono su di voi

Consulenti state all’erta. A lanciare questo allarme, rivolto ai professionisti delle reti tradizionali, è Antonio Mazzone, recruiter e Coo di iFintech srl. Vi proponiamo di seguito il suo interessante post sul tema, pubblicato su LinkedIn. E voi cosa ne pensate? Scriveteci la vostra opinione du [email protected], saremo lieti di pubblicarla on-line, anche in modalità anonima.

Un recente e bell’articolo pubblicato su Barron’s (https://lnkd.in/d-y9jxev ) rilancia oltre oceano, il dibattito su un possibile futuro a tinte fosche per il mondo dei consulenti finanziari “tradizionali” e delle reti fisiche di distribuzione dei servizi di investimento.

E in Italia? Stesse identiche problematiche, ma le contromisure messe in atto fino ad ora, sono davvero poco efficaci.

Vediamo in sintesi questi pericoli all’orizzonte.

1) Il robo-advisor: si tratta di un robot automatizzato che svolge le funzioni di un manager o consulente finanziario, offrendo un servizio in cui gestisce un portafoglio di investimenti online ed esegue anche operazioni in tempo reale come il trading algoritmico, automazione sotto la supervisione di investitori esperti nel mercato.
Qui le differenze tra USA ed Italia sono notevoli, nel senso che da noi impatta ancora in modo non significativo, anche se in crescita.

2) Cambiamenti normativi: in questo campo, le differenze di impatto tra noi e gli USA, sono notevoli. Di fatti, le conseguenze di una possibile revisione sulle autorizzazioni alle retrocessioni, imponendone un divieto (totale o parziale) potrebbero davvero “distruggere” l’industria italiana del risparmio gestito, così come oggi la conosciamo. Oramai non si tratta piu’ di un “se” avverra’, ma solo di un “quando”. Per comprendere meglio, vi rimando a questo articolo: https://lnkd.in/dJMU3fPu

3) Capacita’ attrattativa della professione di consulente finanziario: qui le differenze tra USA ed Italia sembrano assottigliarsi. Solo in superficie pero’, perche’ la presa di coscienza della gravita’ del problema (ovvero come risolvere il passaggio generazionale avvicinando le giovani leve alla professione di CF ed essere in grado poi di trattenerle) e’ molto diversa. Negli USA i consulenti 70-enni stanno quasi per superare i colleghi 30-enni e le societa’ di investimento sono terrorizzate. Da noi, i consulenti under 30 sono appena il 3% del totale, con un 25% dei CF che maturera’ il diritto al pensionamento nei prossimi 8-10 anni, ma di azioni concrete ed efficaci per rendere davvero attrattiva la professione , verso le nuove generazioni, neanche l’ombra.

Ma lo tsunami sta per arrivare.

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