Consulenti, ecco come investire per cavalcare il prossimo rialzo

Covid, post Covid e guerra in Ucraina hanno insegnato che gli investitori hanno un unico alleato: il consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede.

Soltanto i consulenti finanziari, infatti, hanno saputo difendere i portafogli nelle situazioni di crisi, che sono state invece un bagno di sangue per il fai-da-te e per i consulenti più o meno indipendenti.  Non hanno perso quelli che erano liquidi ma se continueranno a rimanere con i soldi sul conto anche loro capiranno che stanno erodendo il patrimonio.

La Fed anche quando ha alzato i tassi in modo aggressivo (vedi periodo di Volcker 1979/1987) non ha mai minato la potenzialità della economia reale Usa.

Storicamente i grandi ribassi del mercato azionario Usa sono stati rari e si sono sempre rivelati a posteriori occasioni importanti di acquisto.

La dinamica degli utili delle società Usa non è una mera espressione della politica monetaria della Fed.

In un momento di crisi come quello attuale, occorre applicare con disciplina due regole ferree. Primo: non sbagliare. Secondo: usare la matematica perché la storia si ripete.

Non sbagliare. Non sbagliare vuol dire evitare strumenti finanziari legati a indici di mercato. Vanno evitati, per esempio, gli ETF e qualsiasi altro strumento sugli indici perché l’andamento degli indici è legato alle aziende più grandi al mondo e non a quelle con le maggiori prospettive di crescita. Gli ETF possono andare meglio quando i mercati torneranno sui massimi. Inoltre, non bisogna tenere il denaro fermo sul conto corrente, perché la differenza tra la remunerazione del conto, bassissima, e l’inflazione comporta una perdita di valore enorme, nell’ordine ormai dei 7-8 punti percentuali, ingiustificata e difficilmente recuperabile. E questo ci porta a parlare della matematica.

Usare la matematica. In un contesto fortemente inflattivo, bisogna fare i conti con i numeri. Vale per le giacenze sul conto corrente, ma vale anche per le ritenute fiscali, che rappresentano non necessariamente una perdita.

Una strategia per ottimizzare l’aspetto fiscale è quella di vendere Etf o fondi gestiti male creando così delle minusvalenze, da compensare con titoli obbligazionari che a scadenza restituiranno il 100% dell’investimento. Si tratta di bond che a inizio anno rendevano meno dell’1% e oggi rappresentano davvero una grande occasione di acquisto perché li possiamo comprare a 60 o meno e tenendoli fino alla scadenza avremo una cedola corposa e una plusvalenza che compensiamo con le minusvalenze sui fondi e gli Etf che abbiamo venduto, compensando così le ritenute fiscali con le plusvalenze. Il tutto con la garanzia del capitale.

Inoltre, con il capitale residuo possiamo intercettare le migliori opportunità presenti sul mercato, attraverso fondi asimmetrici, gestiti in modo attivo, e titoli con grandi prospettive di crescita.

Come per tutte le professioni, anche nella scelta del consulente finanziario bisogna affidarsi a quel 20% di consulenti eccellenti, che sono in grado di seguire ogni cliente con un’ampia offerta di strumenti finanziari e un’operatività semplice e tempestiva. C’è l’imbarazzo della scelta, ma selezionarli può richiedere un po’ di tempo.

Parleremo anche di questo al prossimo convegno presso l’IT forum il 29 novembre alle 16,15 insieme a un super testimonial: un gestore pluristellato. Clicca qui per tutti i dettagli.

L’invito al convegno è rivolto a tutti gli investitori, in particolare ai clienti di banche di private banking e boutique di investimento e a chi vuole mettere alla prova i propri consulenti, per capire cosa fare davvero oggi. Poi sarà il tempo a verificare la bontà della raccomandazione.

 

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