Mps, l’Ue mette i paletti. Per il Mef non c’è fretta

Bruxelles ha svelato le condizioni poste al Tesoro per restare ancora nel capitale di Monte dei Paschi. Secondo quanto riporta il Sole24Ore, se Mps dovesse essere venduta, la maggior parte degli accordi tra Roma e Bruxelles rimarrebbero in vigore. Al contrario, invece, se la banca dovesse fondersi con un’altra banca, Mps avrebbe il compito di ridurre le proprie filiali a 1.258 e vendere fino a 500 milioni di crediti in leasing.

Le richieste della Ue sono quelle di confermare il divieto di fare acquisizioni o distribuire dividendi, effettuare una stretta sugli stipendi, lasciando la possibilità alla banca di adottare un piano di remunerazione per gli alti dirigenti. Il numero di filiali dovrà scendere a 1.258 entro il 2024 e il numero di dipendenti dovrà calare fino a 17.634 nel 2024.

I tassi sui depositi dovranno essere in linea con il mercato, con il bilancio che non potrà crescere oltre i 150 miliardi e con la banca che dovrà cedere immobili e partecipazioni per un controvalore, rispettivamente, di 100 milioni di euro e 90 milioni di euro.

Le altre condizioni imposte da Bruxelles riguardano la liquidazione della partecipazione della banca in Banca d’Italia,  il raggiungimento del target del 60% del cost to income e fissare la soglia dell’Npl al 4%. Nel mentre, continuano i contatti per la ricerca di sottoscrittori per i 900 milioni di euro mancanti per il completamento dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro.

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