Mps, sull’aumento di capitale pesano le incognite di mercato

Continua la strada che porterà all’aumento di capitale di Mps, e non senza ostacoli. Come scrive Repubblica, infatti, a pesare saranno le condizioni dei mercati, scossi dalla situazione macroeconomica e dal perdurare del conflitto in Ucraina. Ma mentre il titolo continua a scendere a Piazza Affari, c’è una data prevista per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi dell’istituto senese, che durerà tre settimane e si chiuderà entro il 12 novembre.

Il ceo di Mps, Luigi Lovaglio, si è comunque detto “fiducioso” per la quota da 900 milioni che non sarà coperta dall’azionista Tesoro. Anche il Governo sarà protagonista della ricapitalizzazione, e Lovaglio ha sottolineato che l’aumento di capitale non avrà effetti diluitivi sulla quota controllata dal Tesoro (pari al 64% circa). Il piano, infatti, viene ritenuto “credibile e solido dagli investitori”.

Verso settembre si procederà con l’underwriting, ossia l’impegno. “Abbiamo sensazioni positive. Le banche che
ci stanno supportando sono con noi in questo roadshow. Si parte sempre dai rischi legali e si conclude con il tema delle opportunità che offriamo” ha detto il ceo. L’interrogativo maggiore resta quello sulle condizioni dei
mercati: il calendario dell’aumento potrebbe infatti risentire delle condizioni macroeconomiche e dal conflitto in Ucraina.

L’assemblea verrà comunque convocata il 4 agosto – data del cda per la pubblicazione della trimestrale – e si terrà
dopo la prima decade di settembre.
Il manager è fiducioso sulla “possibilità che i 9oo milioni che dovranno essere sottoscritti dal mercato, al netto della quota di competenza del Tesoro nella ricapitalizzazione da 2,5 miliardi, non resteranno in carico al consorzio di garanzia. L’importante sarà mettere sul campo tutta credibilità che il team Mps può avere”.

La vera nota dolente però è il titolo Mps, che da qualche mese sta subendo una discesa vertiginosa. La flessione a
Piazza Affari è proseguita anche dopo la presentazione del nuovo piano al 2026, firmato dal nuovo ad in carica da
febbraio. “Questo non deve essere visto con metriche di un normale aumento di capitale – ha precisato Lovaglio – il titolo è sottile e bastano tre milioni di euro per farlo crollare. E’ un titolo ancorato a sistemi di algoritmo, per cui se lo spread sale, automaticamente partono le vendite”.

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