In vista dell’assemblea delle Generali in programma il 29 aprile, continuano le scintille per il gruppo Caltagirone. Come riportato dal Sole 24 Ore, l’Ivass ha stabilito che non c’è stato concerto tra soci nell’acquisto di quote di Generali. L’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni ha informato che il 3 febbraio aveva ricevuto dal Leone di Trieste una “segnalazione in merito agli acquisti concertati aventi ad oggetto azioni di Assicurazioni Generali ” con la quale è stato chiesto all’Autorità di accertare se sia stata posta in essere e continui, pur in diversa forma, un’attività in concerto da parte di alcuni soci e, per l’effetto, adottare ogni conseguente provvedimento.
L’ Istituto ha quindi comunicato alla compagnia che, sulla base delle verifiche finora condotte, anche nell’ambito della collaborazione tra Autorità “non si riscontrano, allo stato, utili elementi per l’avvio di un procedimento amministrativo“. L’Autorità aggiunge che continua a seguire con attenzione gli eventi che riguardano gli assetti partecipativi della compagnia e “si riserva di adottare le iniziative necessarie ove ne ricorrano i presupposti di legge”.
La Consob ha anche fatto sapere di non aver ravvisato violazioni degli obblighi di comunicazione o asimmetrie informative in merito al superamento del 10% in Generali da parte degli azionisti Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione CRT (che avevano costituito un patto di consultazione, da cui Caltagirone era poi uscito).
Sulla questione è intervenuto anche Lorenzo Pellicioli, Ceo di De Agostini (titolare di un 1,4% della compagnia in fase di dismissione post-assemblea), consigliere del Leone e ricandidato nella lista di maggioranza, che ha dichiarato in una intervista a Bloomberg che “una vittoria della lista Caltagirone sarebbe allarmante, in quanto la strategia proposta è irrealizzabile e priva di chiarezza. Il piano di riduzione dei costi di 600 milioni non è dettagliato e lascia gli investitori a interrogarsi su come può essere fatto”.
Pronta la risposta del gruppo Caltagirone, che ha replicato confermando la validità del piano presentato dalla lista che candida a Ceo Luciano Cirinà, ex numero uno della compagnia in Austria ed Est Europa, spiegando come il programma è “realistico e basato su un’analisi outside-in”. Definito, al contrario, “sconcertante” il piano di De Agostini di vendere la propria partecipazione in Generali, in quanto contraddice con i fatti il dichiarato sostegno di Pellicioli al piano di Philippe Donnet.