La Super League continua a lasciare strascichi sportivi ed economici. Sia per i diritti interessati, ossia le squadre fondatrici (con Juventus e Manchester United che hanno perso in Borsa più di quanto avevano guadagnato al momento dell’annuncio), sia per coloro che hanno lavorato dietro le quinte, tirando le fila dell’orchestra dei rivoltosi. E stiamo parlando del colosso finanziario JPMorgan, che aveva messo sul tavolo un finanziamento di circa 3,5 miliardi di euro a favore dei club, affinché la competizione prendesse forma.
Aspetto puntualmente non verificatosi (almeno per il momento) e che, tra l’altro, ha portato la stessa banca a scusarsi. “Abbiamo chiaramente valutato male come questo accordo sarebbe stato visto dalla comunità calcistica in generale e come potrebbe avere un impatto su di loro in futuro. Impareremo da questo”, ha dichiarato un portavoce di JPMorgan al New York Times.
Scuse che però non sono bastate al mondo della finanza. Infatti, come anche riportato dal Sole 24 Ore, JPMorgan la scorsa settimana è stata declassata da E+ a EE- dall’agenzia di rating etico Standard Ethics per la seguente motivazione, indicata proprio nel documento ufficiale: “Standard Ethics giudica sia gli orientamenti mostrati dalle squadre di calcio coinvolte nel progetto, sia quelli della banca statunitense, in contrasto con le migliori pratiche di sostenibilità, le quali vengono definite dall’agenzia secondo i documenti dell’Onu, dell’Ocse e dell’Unione Europea, tenendo conto degli interessi degli stakeholder”.