Patuelli (Abi): “E’ il momento che gli istituti italiani si affaccino all’Europa”

“Negli ultimi 15 anni il mercato non si è mai fermato ma l’Italia, rispetto agli altri Paesi, si sta distinguendo per una vivacità di iniziative che le consentono di non essere vista più come la periferia d’Europa”. Parola di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che nel corso di una intervista rilasciata ad Affari&Finanza ha parlato di diversi argomenti, tra cui la ripresa del risiko bancario.

“L’Italia ha il più basso numero di banche rispetto agli abitanti. Il mondo bancario italiano è quello che in Europa ha avuto nei 15 anni passati la maggiore vivacità di operazioni di mercato, alcune a seguito di crisi bancarie, ma la grandissima parte per scelta responsabile autonoma degli azionisti, dei manager e degli amministratori insieme. Quindi è un mercato che non si è mai fermato” ha commentato.

Ovviamente, l’attenzione è caduta anche sulla questione UniCredit-Commerzbank e, più in generale, sull’apertura a livello europeo: “Dopo aver subito le difficoltà delle crisi, adesso le banche operanti in Italia hanno recuperato quelle che erano anche delle debolezze strutturali del capitalismo italiano. Oggi sono piene di iniziativa all’interno dell’Unione europea e anche oltre, con tante operazioni che sono promettenti. L’Italia non è più da vedersi come la periferia dell’Europa”.

In chiusura, un commento sull’imminente manovra di bilancio in arrivo: “L’Italia ha avuto un grande aiuto da parte dell’Europa dopo la pandemia con il Pnrr che sta andando avanti senza ritardi eccessivi. Gli investimenti però non possono essere solo quelli pubblici, ci vogliono anche quelli privati. Io sono a favore dell’idea del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, per una Ires premiale, vale a dire che le imprese che destinano una parte cospicua dell’utile annuale per investirla nell’impresa debbono essere meno tassate. È un incentivo all’investimento che mi sembra saggio introdurre nella legislazione. Sono anche sostenitore di una tassazione differenziata per i risparmiatori. Il risparmio non può essere tassato come la speculazione. Il risparmio stabile e collocato stabilmente deve essere incoraggiato con una minore tassazione rispetto alla speculazione. È necessario fare una distinzione. Anche perché l’articolo 47 della Costituzione dice che la Repubblica tutela il risparmio. La speculazione non va tutelata alla pari del risparmio”.

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